In cammino con la Bioenergetica e la Danza Africana

La danza africana ti fa volare con i piedi per terra.

 

Queste sono le parole con cui Barbara Mousy apre ogni anno la stagione del corso di Danza Africana, di cui lei è insegnante. La prima volta che le ho lette ho sentito una grande curiosità e mi sono risuonate come parole piene di vivacità e di gioia.

 

Barbara la conosco da molti anni, precisamente 11. Ci siamo incontrate ad uno stage estivo in Umbria dove i corsi proposti erano la danza africana e la bioenergetica. Mi avvicinavo per la prima volta ad entrambe. Una principiante in balia di tamburi, di passi, del respiro, del movimento. Un’esperienza di grandissima importanza per la mia vita. Sì, talmente importante che a Settembre decisi di iscrivermi, essendo io una psicologa, alla scuola di specializzazione per diventare prima Conduttrice di Classi di Esercizi di Bioenergetica e poi Psicoterapeuta in Analisi Bioenergetica. Un percorso lungo, intenso, che mi ha completamente cambiata.

 

Poi ho interrotto le danze a causa di tante cose ed impegni che sono arrivati e che ho mal gestito per diversi anni. Poi quest’anno mi sono detta che non potevo più rinunciare a me, alla mia salute, alla mia felicità, alla mia creatività, alla mia vitalità…alla danza africana. Sì, perché la danza africana è proprio questo e ancora molto altro.

 

Ci siamo mai chiesti perché la popolazione africana, anche quella che vive nei villaggi più dispersi, non soffre né di ansia, né di depressione, né ha mai attacchi di panico o altri disturbi psicologico-emotivi di cui invece soffre la maggior parte della popolazione chiamata “non del terzo mondo” ?

La risposta è proprio nella loro cultura. Una cultura che si fonda sul contatto corporeo, sul camminare a piedi nudi, sulla danza e il canto come accompagnamento alla loro quotidianità.

Vi chiederete cosa tutto questo possa avere a che fare con uno stato di salute di base che loro possiedono e noi no.

 

Io l’ho imparato attraverso due livelli molto diversi tra loro, ma strettamente uniti: quello corporeo e quello cognitivo. Il primo riguarda la mia esperienza  diretta, vissuta sulla mia pelle ballando danza africana. Un’esplosione di sensazioni corporee che a loro volta hanno attivato stati emotivi intensi. Una danza a ritmo di percussioni dal vivo, percussioni che hanno la capacità di emettere un suono che non è solo un semplice suono, ma è molto di più. E’ gioia, è libertà, è istinto, è comunicazione, è vibrazione, è vita. E’ incredibile come i musicisti africani usino le percussioni per entrare in contatto con le persone, le guardano, le osservano, le ascoltano attraverso il ballo, le vivono attraverso i suoni, e una volta colta l’anima non ti permettono di fuggire e suonano, suonano e suonano. Quando non sei più capace di controllarti e inizi a non pensare più al passo, al movimento, agli altri lì intorno a te, sul loro viso appare un sorriso quasi divino perché ti hanno trovato e hanno permesso che tu ti ritrovassi.

 

Il secondo, invece, riguarda la mia professione di conduttrice di classi e terapeuta bioenergetica, dove si fa un lavoro proprio di integrazione tra il corpo e la mente. I pilastri dell’Analisi Bioenergetica sono due: il concetto di unità e quello di grounding. Il primo prevede che l’organismo funzioni come un tutt'uno, dove ogni cosa che influenza la psiche ha automaticamente un riflesso sulla parte corporea della persona e viceversa. Il secondo indica la posizione dello stare in piedi, dello stare sulle proprie gambe, cioè la capacità delle persone di essere radicate a terra, di essere in contatto fisico ed emotivo con la realtà.

 

Ecco perché la Danza Africana e la Bioenergetica sono compagne di viaggio. Perché permettono ai piedi di radicarsi a terra e alla mente di “liberarsi”. La danza africana celebra il piacere di muoversi, permette di scoprire la flessibilità dello sterno, il calore del grembo, la sessualità contenuta nel bacino, la libertà delle braccia, l'elasticità delle ginocchia.

 

 

La Bioenergetica e la Danza Africana rappresentano due spazi dove è possibile “fidarsi del proprio piede che incede nel suolo raccontando la nostra storia. Sono un momento per incontrare te stesso con la saggezza del corpo, dell'ossigeno del tuo respiro, al ritmo del battito cardiaco. Danzando e lavorando sul corpo ci si apre al flusso della vita ed è possibile tornare ad abitare il nostro corpo, riscoprendo la vitalità e l'energia dentro di noi".